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I carabinieri forestali di Gozzano, con il supporto dei nuclei di Oleggio, Carpignano Sesia e Novara, hanno posto sotto sequestro un impianto di trattamento di rifiuti inerti a Suno e un terreno a Barengo utilizzato come discarica. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Novara su richiesta della Procura, nell’ambito di un’inchiesta ambientale avviata dopo mesi di accertamenti.
L’indagine è nata da un controllo su strada, durante il quale i forestali avevano fermato un autocarro che trasportava rifiuti inerti, riscontrando anomalie nella documentazione di accompagnamento. Da quel momento sono partite le verifiche sull’impianto di provenienza, formalmente autorizzato al trattamento di materiali non pericolosi – come terre, rocce da scavo e macerie – destinati a essere trasformati in aggregati riciclati per l’edilizia.
Secondo quanto emerso, però, negli ultimi anni l’impianto avrebbe gestito oltre 10mila tonnellate di rifiuti senza eseguire le analisi chimiche obbligatorie, previste dall’autorizzazione provinciale. In assenza di tali controlli, i materiali non avrebbero potuto perdere lo status di rifiuto e avrebbero potuto risultare anche potenzialmente pericolosi.
Sotto sequestro è finito anche un terreno a Barengo, di proprietà della stessa ditta, dove erano stati conferiti ingenti quantitativi di materiale con la motivazione di un presunto “ripristino ambientale”. Secondo gli investigatori, si sarebbe trattato di una copertura per lo smaltimento irregolare dei materiali in eccesso provenienti dall’impianto.
Nel corso dell’operazione, i militari hanno inoltre perquisito l’impianto, la sede legale dell’azienda a Borgomanero e acquisito documentazione tecnica presso gli enti amministrativi competenti, utile per chiarire la portata e la durata delle violazioni.