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Un nuovo focolaio di influenza aviaria è stato individuato in un allevamento avicolo della provincia di Novara, dove le analisi hanno rilevato una sospetta positività al virus H5N1. Come previsto dai protocolli sanitari, l’Asl ha immediatamente disposto il sequestro e l’abbattimento di migliaia di capi presenti nella struttura.
Attorno all’allevamento è stata definita una zona di protezione di 10 chilometri, nella quale per 30 giorni sarà vietato spostare o commercializzare volatili, uova e pollame di ogni tipo. L’area comprende i comuni di:
Cameri, Casalino, Cerano, Galliate, Garbagna Novarese, Granozzo con Monticello, Nibbiola, Romentino, San Pietro Mosezzo, Sozzago, Terdobbiate, Tornaco, Trecate e Vespolate.
L’intervento ricorda quanto avvenuto lo scorso anno, quando il territorio novarese fu colpito da un focolaio di peste suina africana, con conseguente abbattimento di migliaia di animali.
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale spiega che l’aviaria è una malattia virale diffusa soprattutto fra gli uccelli selvatici, che spesso non mostrano sintomi ma possono contagiare polli, tacchini e altri animali da cortile. La tutela sanitaria ha quindi un duplice valore: proteggere gli allevamenti e ridurre il rischio, seppur molto basso, di trasmissione all’uomo.
Secondo l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, i rari casi registrati nell’uomo derivano da contatto diretto con animali infetti o ambienti contaminati. Non esistono prove di contagio attraverso carne o uova, che restano sicure per il consumo. Il rischio riguarda principalmente chi lavora a stretto contatto con gli animali.